L’avete messo da solo davanti a uno schermo E adesso vi domandate se sia normale Se il solo mondo che apprezzo, è un mondo virtuale Io che ero argento vivo dottore Io così agitato, così sbagliato Con così poca attenzione, ma mi avete curato E adesso, mi resta solo il rancore
[Daniele Silvestri] Ho sedici anni Ma è già da più di dieci Che ho smesso di credere Che ci sia ancora qualcosa là , fuori E voi lasciatemi perdere
[ Manuel Agnelli] È così facile da spiegare, come si nuota in mare
Ma è una bugia, non si può imparare Ad attraversare quel che sarò
È così facile da spiegare, come si nuota in mare Ma è una bugia, non si può imparare Ad attraversare quel che sarò
[Rancore] Nella testa girano pensieri che io non spengo Non è uno schermo, non interagiscono se li tocchi Nella tasca un apparecchio che è specchio di quest’inferno Dove viaggio, dove vivo, dove mangio, con gli occhi Sono fiori e scarabocchi in un quaderno Uno zaino come palla al piede, un’aula come cella
Suonerà come un richiamo paterno, il mio nome dentro l’appello E come una voce materna, la campanella suonerà È un mondo nato dall´arte, per questo artificiale In fondo è un mondo virtuoso, forse per questo virtuale Non è una specie a renderlo speciale E dicono che tanto è un movimento chimico Un fatto mentale, Io che non mentivo Che ringraziavo ad ogni mio respiro Ad ogni bivio, ad ogni brivido della natura Io che ero argento vivo in questo mondo vampiro Mercurio liquido se leggi la nomenclatura
[Rancore] Ho sedici anni Ma già da più di dieci vivo in un carcere
E c’è un equivoco nella struttura E fingono ci sia una cura, un farmaco ma su misura E parlano, parlano, parlano, parlano